Lahzi Gaid: vincere il male con il bene
Intervista con monsignor Yoannis, membro dell’Alto Comitato per la Fratellanza Umana, creato dopo lo storico incontro di Abu Dhabi tra il Pontefice e il Grande Imam Al-Tay
Intervista con monsignor Yoannis, membro dell’Alto Comitato per la Fratellanza Umana, creato dopo lo storico incontro di Abu Dhabi tra il Pontefice e il Grande Imam Al-Tayyeb
FRANÇOIS VAYNE05 AGOSTO 2020
Monsignor Yoannis Lahzi Gaid, ha appena lasciato le sue funzioni di segretario del Papa perché il suo mandato è terminato, tuttavia mantiene il suo ruolo all'interno dell'Alto Comitato per la Fraternità Umana, creato in seguito allo storico incontro di Abu Dhabi, che ha avuto luogo nel febbraio 2019.
Quali sono le recenti iniziative di questo Alto Comitato in merito alla situazione internazionale, in particolare, al ritorno del culto musulmano nell'antica Basilica di Santa Sofia?
«L’Alto Comitato, nonostante la delicatezza soprattutto politica della questione, ha fatto sentire la sua voce pubblicando un appello affinché siano evitate le decisioni che mirano a deteriorare la convivenza tra i credenti delle diverse religioni. Il Comitato ha sottolineato l’importanza di rispettare i luoghi di culto e di evitare ogni tipo di strumentalizzazione. L’Appello ha riportato letteralmente le parole del documento sul rispetto dei luoghi di culto: “La protezione dei luoghi di culto – templi, chiese e moschee – è un dovere garantito dalle religioni, dai valori umani, dalle leggi e dalle convenzioni internazionali. Ogni tentativo di attaccare i luoghi di culto o di minacciarli attraverso attentati o esplosioni o demolizioni è una deviazione dagli insegnamenti delle religioni, nonché una chiara violazione del diritto internazionale».
Lei è egiziano e ha appena fondato l’Associazione Bambino Gesù del Cairo onlus per realizzare l’Orfanotrofio Oasi della Pietà e l’ospedale “Bambino Gesù Women’s and Children’s Hospital” destinato ad accogliere i bambini abbandonati del Cairo in Egitto. La situazione di tensione tra l’Italia e questo Paese, a causa della morte inspiegabile del giovane studente Giulio Regeni, potrebbe rallentare la comunicazione e l'impegno su questi progetti? Quale messaggio vuole inviare al popolo italiano su questa problematica?
«Il caso Regeni è una delle questioni più dolorose che ho vissuto in questi anni sia da egiziano che da italiano. Non si può assolutamente giustificare la morte prematura di un giovane ricercatore. Ho pregato molto per la sua famiglia e per la sua mamma e spero tanto che si arrivi presto alla verità e alla giustizia.
Tuttavia aiutare i bambini bisognosi non può in alcun modo ledere al processo giuridico in corso. Allo stesso Regeni e alla sua cara famiglia e a tutti noi farebbe ancora più male se il suo caso diventasse un ostacolo o un impedimento del bene. Ove c’è povertà, ove c’è bisogno, ove c’è ingiustizia là c’è più bisogno di fare il bene.
Il male non può essere vinto compiendo altro male oppure rimanendo in silenzio dinanzi alle lacrime silenziose di tanti nostri fratelli piccoli! Il male si vince con il bene. Ecco perché invito tutti a trasformare questa dolorosissima storia in una rivoluzione di carità».
Ci può indicare i modi e mezzi per poterla sostenere nelle due iniziative, l’Orfanotrofio e l’ospedale? Ad oggi, cosa può dirci dei lavori che si sono portati avanti?
«Abbiamo iniziato i lavori di costruzione dell’orfanotrofio con la speranza di terminarli tra un anno. Il progetto esecutivo dell’ospedale Bambino Gesù è pronto ed è in attesa di ricevere i fondi necessari. Entrambe le opere hanno bisogno di ricevere donazioni per essere realizzate presto affinché il sogno di dare ai nostri fratellini accoglienza, casa, cura, dignità, opportunità e soprattutto possibilità di crescere in un ambiente familiare possa essere realizzato. Essendo opere in costruzione necessitano attualmente di aiuti economici che possono essere dati attraverso il conto dell’Associazione».
Per chi volesse avere ulteriori informazioni su come procedono i lavori nel tempo, si può avere un contatto o una mail al quale scrivere?
«L’Associazione il 21 luglio scorso ha inaugurato il proprio sito web in 7 lingue ove si trovano tutte le informazioni necessarie, il modo di fare donazione oppure di aderire all’Associazione. Sul sito si trovano anche le foto delle due opere e del grande dono che Sua Santità Papà Francesco ha benevolmente voluto indirizzare all’Orfanotrofio: una copia autentica della Pietà di Michelangelo dalla quale è scaturito il nome “Oasi della Pietà” per l’Orfanotrofio».
La squadra di calcio della Lazio ha scelto di indossare il logo di questa Associazione, inciso sulle magliette dei giocatori, durante il riscaldamento che ha preceduto la partita del 2 agosto scorso e in occasione della trasferta a Napoli per l’ultima partita della stagione calcistica. Come è nata questa idea e quali altre iniziative sta prendendo in considerazione per promuovere l’Orfanotrofio Oasi della Pietà?
«Appena abbiamo presentato alla Lazio la richiesta di poter incidere il logo dell’Associazione sulle magliette dei giocatori, l’hanno generosamente e gratuitamente accolta dando prova di essere una grande squadra non solo nel calcio ma anche in ambito sociale e caritativo. Lo stesso è avvenuto con la squadra della Salernitana che ha indossato la maglia nella finale. Dinanzi ai bisogni dei piccoli tutti si rendono disponibili».
Che legame c’è tra queste future strutture e la ricerca continua di fratellanza, quest’ultima iniziata in particolare nello spirito del documento firmato dal Papa Francesco e dal grande Imam di Al Ahzar ad Abu Dhabi?
«L’Orfanotrofio è nato dopo la firma del Documento sulla Fratellanza Umana tra Sua Santità e il Grande Imam di Al Azhar, come frutto dello stesso Documento in quanto quella casa aprirà le sue porte a tutti i bambini senza alcun tipo di distinzione».
Per meglio facilitare quante e quanti fossero interessati ad aiutare questi progetti di Monsignor Gaid, queste sono le informazioni necessarie:
Nominativo: ASSOCIAZIONE BAMBINO GESÙ DEL CAIRO
IBAN: IT 87 U 05104 14703 CC0270523036
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